Dal '600 alla fine dei Lambertini


DALLA GRANDEZZA DEL 1600-1700 ALL'ESTINZIONE DELLA CASATA LAMBERTINI.
IL DOMINIO PONTIFICIO


La dinastia dei Lambertini dominò a lungo Poggio Renatico, sino alla sua vera e propria estinzione.
Nel 1625 il conte Cornelio poté erigere a marchesato la contea del Poggio, fregiandosi così per primo del titolo di marchese.
Il feudo passò il 10 luglio 1735 a Prospero Lambertini, all'epoca arcivescovo di Bologna, poi papa Benedetto XIV: assurto al soglio pontificio egli investì il nipote Egidio. Oltre a un papa la famiglia Lambertini può vantare la figura della Beata Imelde, di cui si racconta che visse nella torre detta dell'Ortolano e morì appena dodicenne dopo una mistica visione. La piccola suora fu beatificata nel 1826.
La maggiore grandezza di questa famiglia va individuata proprio nella prima metà del ‘700. Allora, nel 1738, i signori del "Podio Renatico et Uniti" fissarono i confini dei loro possedimenti collocando dei cubi di marmo di Verona. Questi termini confinarii portano inciso in una facciata lo stemma dei Lambertini, in quella opposta lo stemma della famiglia confinante e in una laterale recano un numero progressivo, la località e l'anno: alcuni esemplari sono ora sistemati intorno alla piazza del paese. Pur se non estranei ad attività bancarie, l'attività economica della casata era infatti  di carattere prevalentemente agricolo, come attestano una notevole serie di perizie riguardanti terreni e possedimenti, anche se fondamentalmente il loro feudo era potente e illustre grazie alla presenza del castello.

La loro grandezza entrò in crisi alla morte di papa Benedetto XIV, avvenuta il 3 maggio 1758. Il nuovo corso del Reno, le rotte, i fermenti che sfociarono nella rivoluzione francese, la dispersione del patrimonio seguita alla morte del pontefice determinarono agli inizi dell''800 la fine dei Lambertini. La casata si estinse poi nella discendenza maschile: dai tre matrimoni dell'ultimo marchese, Giovanni Lambertini (1739-1806), nacque un solo figlio (1765-1805). Vedovo e privo di eredi don Giovanni nominò nel suo testamento quale erede universale, con il diritto di portare nome e titolo, Giovanni Righi di Comacchio: pare che egli ne fosse figlio naturale.
Allora Poggio Renatico seguì la sorte del territorio bolognese e passò al dominio pontificio, sotto la giurisdizione del Legato di Bologna. Per un certo periodo la Comunità di Poggio fu sede di un Governatorato, di una Pretura, delle Carceri Mandamentali e di un grosso Comando di Carabinieri Pontifici.
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