Museo/Monumento

Chiesa di San Materno

Descrizione
San Materno è sicuramente patrono del paese da almeno 500 anni. L’attuale Chiesa di S.MATERNO, quarta parrocchia di Melara, fu edificata al tempo di don GIOVANNI MONTINI arciprete dal 1704 al 1732. La primitiva parrocchia, risalente intorno al mille, fu quella di S. Michele alla Mariconda trasferita nel XII secolo in quella di S.Maria situata fra le mura della fortezza denominata Rocca. La penultima era nella vicinanze dell’attuale ed era dedicata anch’essa a S.Materno. NeI 1732 il vecchio S.Materno era rivolto in mattina ed il nuovo a mezzodì, entrambi si affacciavano sul medesimo sagrato chiuso da una muraglia con dentro il torrazzo tuttora esistente, cioè il campanile. La prima pietra della nuova chiesa di S. Materno, l’attuale, fu posta il 4 novembre 1705 dal conte don Bartolomeo Miroli, delegato dal cardinale Taddeo dal Verme, Vescovo di Ferrara, alla presenza dell’arciprete don Montini. Gli architetti furono i fratelli Sante e Vincenzo Santini di Ferrara. La nuova chiesa fu benedetta e aperta al culto il 25 maggio 1732 benchè incompleta, quando era Vicario spirituale don Antonio Maria Leati, che sostituiva don Montini, morto solo pochi giorni prima. Poco dopo, S.Materno vecchio fu abbattuto, rimanendo solamente l’ attuale chiesa di S.Materno, come oggi la vediamo, rivolta a mezzogiorno, con una inclinazione di gradi 25 verso ponente, sicchè il sole le è in linea retta alle 13:4O. La notte dal 15 al 16 luglio 1851 fu per Melara spaventosa e desolante: la grandiosa chiesa dedicata a S.Materno, la più bella di quante ne esistevano nell’area transpadana, fu preda di un fortuito incendio che, scoppiato nel portichetto della sacrestia dei sacerdoti, fu come un lampo ad attaccarsi e propagarsi per la scala che conduce al soffitto. Il tetto, l’organo, il bel coro di noce, l’altar Maggiore, sacri arredi, tutto in poche ore fu distrutto e non rimasero che le sole mura di cinta. Quattro anni più tardi iniziò la ricostruzione alla quale contribuirono, con non pochi sacrifici, i cittadini di Melara.

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