Storia del Comune

Per quanto riguarda il toponimo l'Olivieri lo fa derivare da " gentio " poi dialetizzato in " zenso ", mentre il Fapanni si rifà alla tradizione di possessi della famiglia Zen.

Numerosi ritrovamenti (utensili e frammenti di armi) comprovano la datazione al II millennio a.C. del primo insediamento di Zenson.
La vicinanza all'inizio del corso navigabile del Piave costituì il motivo primo dell'insediamento: si trattava infatti di una posizione strategica per la sorveglianza dei traffici fluviali e durante le invasioni barbariche vi fu eretto un fortilizio detto "cigoto", distrutto in data anteriore al 1580 .
La presenza dei Benedettini di Santa Maria di Pero impresse al territorio un certo sviluppo.
Intorno al 1470 i monaci fecero erigere a Zenson una chiesa dedicata al loro padre fondatore, San Benedetto, la quale non ebbe in principio una sua vita autonoma, dipendendo dalla Chiesa di San Mauro di Rovarè.
Il XII secolo rappresentò il culmine della potenza dei monasteri, e quello di Pero non fa eccezione; è forse a causa del suo grande potere che nacquero aspre contese con il vescovo di Treviso che accampava diritti su alcune pertinenze del monastero fra cui Zenson, pretese forse motivate dal fatto che il rifiorire della produzione agricola e del commercio nella zona ne facevano delle prede ambite.

Nel XIV secolo , epoca della decadenza dei monasteri, Zenson insieme ad altri territori vicini entrerà nell'orbita di influenza del comune di Treviso a cui verrà ceduta nel 1318 dai da Camino. 
Sotto il dominio veneziano furono realizzate opere di arginatura finalizzate alla soluzione dei problemi idrografici che affliggevano la zona, contribuendo così ad un miglioramento dell'economia locale nel suo complesso, con conseguente aumento della popolazione. 
Con la prima guerra mondiale fu perduto gran parte del patrimonio artistico che le piene ricorrenti avevano risparmiato. 
Le diverse vicende storiche, sia calamitose (esondazioni ed epidemie), che belliche (prima guerra mondiale), hanno fatto perdere gran parte del patrimonio artistico di rilievo. 
Va ricordata la disastrosa alluvione del 4 novembre 1966 che provocò notevoli danni, in particolare all'agricoltura e agli allevamenti.


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