Etimologia

Etimologia
L’etimologia tradizionale che fa derivare Caradium ( o forse meglio Carade o Caradis) da carrus (e farebbe quindi pensare a una stazione di carri, di cambio di carri) lascia piuttosto perplessi e scettici. Ci si domanda infatti e giustamente: a che cosa serviva questo cambio di carri? Perché giunti al nostro paese si sarebbero dovuti cambiare i carri? La val d’Astico non era certo luogo di transito per le valli dolomitiche, costituiva una valle chiusa, un capolinea di arrivo. Non si passava certo dal passo della Frica per andare a Trento, si preferiva la val Lagarina o la Valsugana. Ci si domanda ulteriormente: tale cambio di carri serviva per salire sull’altopiano di Lavarone o di Asiago? Ma eravamo ormai già arrivati e che bisogno c’era di effettuare questo cambio di carri? Inoltre da Mosson c’era una mulattiera che saliva sull’altipiano, non una carrareccia.
La prima strada carrozzabile che conduce sull’altopiano dei Sette Comuni fu costruita nel secolo scorso soltanto. I lavori furono cominciati nel 1845 e compiuti nel 1854. (Ottone Brentari: Guida Bassano Sette Comuni, Bassano 1885). C’è in Italia un’altra città che reclama la stessa origine etimologica: Ivrea, l’antica Eporedia (stazione di carri). Ma ha a conferma della sua etimologia ragioni valide: si trova all’imboccatura della valle d’Aosta, lunga un centinaio di chilometri e luogo obbligatorio di passaggio per le valli laterali e per i valichi del Gran San Bernardo. A mero titolo di curiosità cito l’interpretazione etimologica che dà di Carrè l’abate Antonio Dalla Valle (citato in Cesare Cantù: Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, vol. IV, Corona e Caimi Editori, Milano 1859). Questo reverendo abate vedeva nella nostra zona, inspiegabilmente, una folta affluenza di radici sanscrite. Eccone alcune: Astego da astego (puro,limpido); Malo da mala (monte); Marano da marano (luogo di strage); Piovene da pluvane (bosco); Meda da Medaa (ariete); Velo da veli (recinto fra i monti); Zugliano da tut-gan (pianura fra i monti); Summano da sumana (frumento) o sumanasca (fiore); Thiene da thiena, duale thiene (due famiglie); Carré da carà (terra).
E’ facile rilevare quanto di fantastico e di poco attinente alla realtà ci sia in questo florilegio etimologico. Io invece avanzerei l’idea che Carade (la grafica esatta, quale risulta dalla lapide della Madonna della Fratta), derivi dal celtico car, che vuol dire pietra, sasso. Tale interpretazione troverebbe, a mio parere, riscontro nella realtà. Si pensi come la zona di Carré sia stata sempre fertile di sassi, che i nostri padri hanno accumulato in sasseti lungo gli orli delle strade, ai margini dei campi. Anche attualmente basta che il vomere dell’aratro si affondi un po’ di più nel terreno perché emergano abbondantemente i sassi. Quando venne asfaltata la statale una cinquantina di anni fa, la massicciata venne formata dai sassi, che gli appaltatori andavano a comperare dai contadini. Non susciti eccessivo stupore il fatto che si faccia riferimento al celtico, una lingua, che può sembrare quanto mai peregrina per la nostra zona. Gli studiosi ci dicono che l’etimo di Carso deriva proprio dal celtico car, e il Carso non è poi tanto lontano da Carrè.

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