Cenni storici - terza parte
Cenni storici
A quest’epoca esisteva già
da tempo a Godego un nucleo cristiano che nel sacello di San Pietro doveva
riconoscere il proprio luogo di culto. Se infatti l’evangelizzazione
della Castellana va fatta risalire al IV-V secolo, avendo come centro
irradiatore la sede episcopale di Padova e come principale protagonista il
vescovo Prosdocimo, il cristianesimo dovette presumibilmente giungere a Godego
intorno al secolo VI, precedentemente all’invasione dei Longobardi.
Questo secolo fu caratterizzato negativamente dalla disastrosa Guerra gotica, che vide la vittoria bizantina sul popolo degli Ostrogoti, e la conseguente aggregazione dell’Italia all’Impero Romano d’Oriente. Le conseguenze del conflitto furono drammatiche, soprattutto nelle campagne. Nel Veneto, l’”agro” romano di Asolo divenne “un latifondo abbandonato e sterile”, come scrive il Comacchio, “costringendo i pochi supersiti delle guerre e delle pestilenze a vivere nelle città e nei grossi villaggi”, tra i quali è lecito annoverare anche Godego.
Il primo documento storico nel quale Godego è espressamente citato risale al
28 maggio 972. In quell’anno, Ottone I, imperatore, donò ad Abramo,
vescovo della città tedesca di Frisinga, alcuni possedimenti posti in parte nel
contado di Treviso e in parte in quello di Vicenza: tra essi è elencato quello
di Godego. Questa “corte” (distretto territoriale),
all’inizio del sec. XII, passò in feudo ad Ecelo, con l’obbligo di
richiederne nuovamente l’investitura in caso di successione a figli e
nipoti. Il 21 febbraio 1159, non avendo Ezzelino il Balbo richiesto il
rinnovamento, fu privato del feudo di Godego su richiesta del vescovo di
Frisinga. Il feudo ritornò poi agli Ezzelini con atto del 7 febbraio 1160, con
il quale si stabiliva anche la perpetuità dell’investitura.
Nel 1179, i padovani, alleati dei coneglianesi, i quali a loro volta erano stati aggregati ai trevigiani, invasero la Marca, giunsero sino a Godego, “castello posto sul Musone di sopra da Castelfranco verso Bassano” come scrive Bonifacio, e “per viltà de’ suoi difensori l’ottennero, e spianarono fino alle fondamenta”. Il castello di cui parla lo storico trevigiano, fu costruito probabilmente dagli Ezzelini, tra XI e il XII secolo, presso il Muson, laddove ancor oggi si può osservare un rialzo del terreno indicato appunto come il “castelliere di Ezzelino”.
Il 5 luglio 1223, Godego e il suo distretto passarono in proprietà ad Ezzelino da Romano, il tiranno, che lo ebbe dalla spartizione dei beni del padre Ezzelino, detto il Monaco per essersi ritirato nel monastero di Oliero. Da quell’anno il castello di Godego seguirà il destino infelice e tragico del suo signore.
Nel 1229, Ezzelino, entrato in
guerra con in padovani, fu da questi assalito nelle sue terre: il prediletto
castello di Godego fu distrutto sino alle fondamenta, almeno così narrano
alcuni storici. In realtà il maniero fu probabilmente solo parzialmente
smantellato, poiché i suoi resti vengono documentati nel 1315, in occasione di
una denuncia per pascolo illecito di bestiame e taglio abusivo di legna sul
rilievo, il “castellario”, ove sorgevano le ultime vestigia della
fortezza. La violenta estinzione della stirpe ezzeliniana, avvenuta nel 1260,
indisse Corrado, vescovo di Frasinga, a dare in feudo queste terre a Tisone da
Camposampiero che, a suo tempo, era stato privato d’ogni bene da Ezzelino
il tiranno.